“Werewolf by night”, disponibile sulla piattaforma streaming Disney+, si presenta come il prodotto più sperimentale dell’MCU.
Una notte buia e tenebrosa, un’antica e spettrale dimora, gli ululati dei lupi in lontananza, e un gruppo di cacciatori di mostri, riunitesi nell’ancestrale villa della famiglia Bloodstone per omaggiare il loro leader Ulysses, da poco prematuramente deceduto, e affrontare così una prova che eleggerà il nuovo leader della confraternita. Difatti, nella cripta della famiglia Bloodstone, quella stessa sera sarà liberato un essere mostruoso tanto potente quanto arcano. E chiunque riesca a strappare dalla sua schiena la Bloodstone, un’antica pietra in grado di indebolire qualsiasi demone, diverrà il nuovo capo dei cacciatori.
Per Jack Russell (Gael Garcia Bernal), un cacciatore dall’oscuro passato, e Elsa (Laura Donnelly), la figlia diseredata di Ulysses, arriva quindi il momento di affrontare gli altri cacciatori per ottenere ciò che li ha spinti a recarsi nella tenuta Bloodstone.

Così comincia “Werewolf by night”. Nato negli anni 70 come opera fumettistica grazie alla creatività di Gerry Conwayin, uscito in Italia su Disney Plus con il titolo di “Licantropus”, si presenta come il prodotto più sperimentale e, allo stesso tempo, più terrificante del Marvel Cinematic Universe.

La versione di Jack Russell di “Werewolf by night“ apparve per la prima volta nella serie Marvel già avviata “Marvel Spotlight”, creata da Gerry Conway e Mike Ploog. Dopo aver appurato che il personaggio funzionava, i creatori decisero di far fare a Jack Russell un salto di qualità. Passò quindi a una serie dedicata nel settembre 1972: “Werewolf by night”, pubblicata in 43 numeri fino al marzo del 1977.

Attraverso le pagine della carta stampata, Jack Russell era il discendente di una stirpe di licantropi in grado di trasformarsi senza l’aiuto della Luna Piena, pur mantenendo le sue capacità intellettive.
Nel corso degli anni, è stato tentato più volte di portare alla luce il personaggio in un lungometraggio, e farlo conoscere così al grande pubblico, ma senza alcun successo. Almeno fino a quando la Disney non ha deciso di inserirlo nel suo palinsesto riconoscendolo come il prodotto più sperimentale e originale del Cinematic Universe.
Girato in un avvolgente bianco e nero, con la chiara intenzione di omaggiare gli horror degli anni ’30 e ’40, “Werewolf by night” risulta essere un mediometraggio che nei suoi 50 minuti riesce a creare una giusta dose di inquietudine e coinvolgimento senza peccare di superbia, merito anche di una sceneggiatura fluente e ben strutturata.

Il film diretto da Michael Giacchino, apprezzatissimo compositore di colonne sonore di film come “Up” (per il quale si è aggiudicato un Premio Oscar) “JoJo Rabbit”, “The Batman” e la serie TV “Lost”, riesce nella difficile impresa di raccontare una storia che richiami quelle lugubri atmosfere che aveva la serie cinematografica della Universal dedicata ai “mostri” (Universal Classic Monster), capolavori intramontabili della storia del cinema.
Invero, per quanto la caratterizzazione dei personaggi risulti credibile e (per quanto possibile) ben sviluppata, è la messa in scena, resa suggestiva sia dall’ambientazione che da un clima alquanto insolito per un cinecomics, il vero tocco di classe di “Werewolf by night”, un fattore che nell’MCU ha sempre lasciato a desiderare e che, di conseguenza, lo rende più affascinante.
Infatti, anche se alcuni personaggi compaiono per pochi secondi, grazie ad un aspetto fisico singolare e, in alcuni casi, decisamente sopra le righe, ognuno dei cacciatori si distingue perfettamente dagli altri membri della congrega.

A tal proposito, un plauso speciale va riservato a Gael García Bernal. Questi impersona Jack Russell, un uomo tanto consapevole quanto spaventato dalla maledizione che lo affligge. La presenza dell’attore messicano, Golden Globe per la sua interpretazione di Rodrigo De Souza in “Mozart in the Jungle”, conferma quanto la Casa delle Idee abbia deciso di puntare su pellicole a stampo autoriale, oltre che sui prodotti di puro intrattenimento.
Il ritmo incalzante, l’aria rigorosamente vintage, con paesaggi e inquadrature che omaggiano pellicole come “Dracula”, “Il mostro della palude” e (ovviamente) “L’uomo lupo” (1941) di George Waggner, riescono a trasportare lo spettatore indietro di circa un secolo, quando i maestri dell’horror riuscivano a infondere terrore soprattutto grazie alle atmosfere raggelanti.
“Licantropus” difatti può essere considerato un tentativo ben riuscito di portare nel XXI secolo le ambientazioni tipiche dei classici film del terrore.

Eppure, è proprio la modernità delle immagini la croce e la delizia del film di Giacchino. Invero, la SGA risulta fin troppo di ottima fattura e l’aspetto del Mostro, per quanto inverosimile, è assolutamente credibile. Per tal motivo tanta compiutezza sembra stonare con la messa in scena sporca e imperfetta propria del cinema della prima metà del 1900. Nonostante ciò, “Licantropus” riesce a mantenere quella sensibilità delle pellicole vintage senza però rinunciare a quel dinamismo che ha caratterizzato i cinecomics del multiverso Marvel.
Ma l’entrata in scena di un personaggio come Jack Russell nell’universo cinematografico della Marvel, cosa potrebbe comportare? L’ipotesi più plausibile è che, considerata anche l’uscita della serie TV “Moon Knight” e l’annuncio dell’arrivo di “Blade”, ben presto potremmo vedere l’arrivo dei Midnight Suns, un gruppo di eroi spesso coinvolti in avventure soprannaturali, la cui formazione originale prevede anche la presenza Johnny Blaze, alias Ghost Rider, e Morbius.
Qui, di seguito il Trailer di “Warewolf by night“.
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Cresciuto a pane e cinema, scrive i suoi articoli scegliendo parole a caso lanciando una moneta. Il suo più grande sogno è quello di gustarsi un hamburger al Big Kahuna Burger, farsi tagliare la barba da Sweeney Todd per poi godersi un tranquillo soggiorno all’Overlook Hotel. Gli piace fare a pugni, sfondare le vetrate, mangiare lampadine e sfidare i pescecani, e adora andare a spasso con Daisy guidando il taxi di Travis Bickle e concludere la giornata dicendo “sono un tantino stanco, credo che tornerò a casa”.