Dopo Tim Burton, Christopher Nolan e Zack Snyder, arriva al cinema “The Batman”, la pellicola sull’Uomo Pipistrello diretta da Matt Reeves. Di seguito la nostra opinione su uno dei film più attesi dell’anno.

Ammettiamolo! Fin da quel 30 maggio del lontano 1939, data in cui per la prima volta, nel numero 27 di “Detective Comics””, fece la sua comparsa un nuovo supereroe, Batman è uno dei personaggi più famosi e amati di sempre. Entrato di diritto nella cultura popolare, il Cavaliere Oscuro creato da Bob Kane e Bill Finger, ancora oggi risulta essere uno dei più affascinanti personaggi del panorama fumettistico e cinematografico. Una fonte di ispirazione per registi e sceneggiatori.

Nel corso dei decenni difatti, molti sono stati gli adattamenti, sia sul grande che sul piccolo schermo. Uno dei primi fu la serie TV degli anni ’60 con protagonista Adam West nei panni dell’alter ego di Bruce Wayne.
Certo, la carriera cinematografica del Cavaliere Oscuro di Gotham City ha avuto alti e bassi. E probabilmente, ha toccato il fondo quando Joel Schumacher diresse quel “Batman & Robin” nel 1997, in cui fu George Clooney a indossare le vesti del supereroe mascherato. Ma, oltre allo scempio targato Schumacher (per non parlare del Batfleck del DC Cinematic Universe), registi come Tim Burton e Christopher Nolan hanno presentato al pubblico una loro versione del Pipistrello di Gotham, affidando il ruolo di Batman rispettivamente a Michael Keaton e Christian Bale (scelte entrambe azzeccate secondo il mio onesto parere).
Eppure, nonostante le trasposizioni dedicate all’Uomo Pipistrello non manchino, nessuna di esse probabilmente ha mai colto la vera essenza del personaggio di Kane e Finger, ossia quella del detective. Un aspetto, quello dell’investigatore che, invece, diventa fulcro empatico della pellicola firmata da Matt Reeves “The Batman”. Il Crociato Incappucciato (Robert Pattinson) difatti si muoverà tra i vicoli oscuri di Gotham indagando, raccogliendo indizi e formulando ipotesi, facendo appello principalmente al suo intelletto piuttosto che alla forza fisica o ai numerosi gadget di cui (di solito) è fornita la sua armatura.


Quello di Robert Pattinson è un Batman (e soprattutto un Bruce Wayne) del tutto atipico.
Un eroe alle prime armi, non ancora del tutto maturo, impegnato nella ricerca assidua di un serial killer, costretto a risolvere bizzarri enigmi, a cercare indizi e, assieme al tenente Jim Gordon di Jeffrey Wright, a scavare in un passato che potrebbe compromettere il nome stesso degli Wayne.
“The Batman” si presenta quindi come un Neo-Noir nel quale l’Uomo Pipistrello si trova costretto a investigare su una serie di truci omicidi perpetrati dall’Enigmista (Paul Dano). Ad accompagnarlo un Gordon reietto del GCPD e una Catwoman (Zoe Kravitz) nelle vesti della dark lady agli inizi e in cerca di vendetta.


Matt Reeves, strizzando l’occhio ad un fumetto cult come “Batman – Il lungo Halloween”, ci trascina in una Gotham tanto decadente quanto ammorbata dal crimine organizzato. Una città corrotta. Una Gotham alla totale mercé di Carmine Falcone (John Torturro) e dal suo galoppino, il Pinguino (un Colin Farrell del tutto irriconoscibile). Questa è l’ambientazione di “The Batman”. Una pellicola che si distacca dai moderni cinecomics, accostandosi ad un film autoriale come “Joker” di Todd Phillips, vincitore del Leone d’Oro.
Retto da una sceneggiatura solida più che mai, scritta dallo stesso Reeves assieme a Peter Craig, “The Batman” riesce a raccontare l’evoluzione e la presa di coscienza dell’Uomo Pipistrello, coniugando il mondo cinematografico con quello fumettistico. Senza subire l’influenza tossica del fanservice (vero “Spider-Man: No way home”?!) ma offrendo un’esperienza avvolgente in una Gotham più che mai tetra e credibile.
E per quanto abbia apprezzato ogni singola interpretazione, dal Pinguino di Colin Farrell alla Catwoman di Zoe Kravitz, è innegabile che il valore aggiunto al film di Reeves siano state le performance di Robert Pattinson e di Paul Dano.


Capace di impersonare sia un Bruce Wayne sull’orlo della depressione, tormentato da un trauma che lo perseguita fin da quando era bambino, sia un Batman vendicativo e colmo di ira ma con un codice morale già ben definito, Pattinson è riuscito finalmente a trapassare la nomea di Twilight e a mostrare in maniera definitiva il suo grande talento, maturato durante gli anni trascorsi a lavorare con autori come David Cronenberg e Robert Eggers. A Paul Dano va invece il grande merito di aver dato finalmente vita ad un Enigmista totalmente diverso dal giullare portato sullo schermo da Jim Carrey (con tutto rispetto per Jim Carrey, ovviamente) nel 1995 in “Batman Forever”. Quello di Dano è difatti un killer tanto lucido quanto calcolatore. Un omicida capace di tenere in scacco Gotham e il crimine organizzato senza mai rivelare la sua vera identità.


“The Batman” è quindi una pellicola esente da difetti? Certo che no.
Anche in un’opera completa e immensamente godibile come quella di Reeves, che non risente neppure della durata di quasi tre ore, è impossibile non notare qualche piccola imperfezione. Potremmo affermare, per esempio, che la colonna sonora, risulti troppo poco incisiva, nonostante la presenza di un classico del rock come “Something in the way” dei Nirvana. Michael Giacchino ha composto le note di questo nuovo Batman, ma siamo ben lontani dalla sonorità di Danny Elfman nei Batman di Tim Burton.
“The Batman” è probabilmente il Batman che tutti gli appassionati di fumetti aspettavano da sempre.
Quello che, senza nulla togliere agli adattamenti di Tim Burton e di Christopher Nolan, rispecchia la vera anima del personaggio creato da Kane e Finger. Ambientato in quella che potrebbe essere la miglior Gotham di sempre che, grazie ad una scenografia tetra, ombrosa, in cui il crimine sembra essere inarrestabile, il Pipistrello di Pattinson si muove, vola e combatte come fosse parte integrante della scenografia, della città, dei vicoli e di ogni ombra presente in città. Le scene d’azione, nonostante l’oscurità che avvolge l’atmosfera, risultano essere chiare e coinvolgenti, quanto fumettistiche. E gli effetti speciali, grazie ad un gioco di luci e ombre, dipingono la Gotham di Reeves come un teatro di giochi di potere e sparatorie.
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Cresciuto a pane e cinema, scrive i suoi articoli scegliendo parole a caso lanciando una moneta. Il suo più grande sogno è quello di gustarsi un hamburger al Big Kahuna Burger, farsi tagliare la barba da Sweeney Todd per poi godersi un tranquillo soggiorno all’Overlook Hotel. Gli piace fare a pugni, sfondare le vetrate, mangiare lampadine e sfidare i pescecani, e adora andare a spasso con Daisy guidando il taxi di Travis Bickle e concludere la giornata dicendo “sono un tantino stanco, credo che tornerò a casa”.