Il cammino di Stan Lee prima che diventasse il padre del Marvel Universe, dall’arrivo alla Timely all’impegno durante il conflitto mondiale. Quali erano le sue passioni prima di diventare il fumettista più famoso del mondo? Quale fu il sui contributo durante la Guerra?
28 dicembre 1922. Mentre una forte tempesta imperversava su New York, riversando pioggia e neve sui cittadini della Grande Mela, in un piccolo e modesto appartamento di Manhattan i coniugi Jack e Celia Lieber, due giovani immigrati di origine rumena, festeggiavano la nascita di Stanley Martin, il loro primogenito. Cresciuto in un periodo complicato per gli Stati Uniti, colpiti dalla Grande Depressione proprio nel momento in cui sembrava che il paese si fosse ormai ripreso dalle ripercussioni economiche e sociali dovute alla Prima Guerra Mondiale, il piccolo Stanley sviluppò quella fantasia e quella voglia di creare mondi, storie e personaggi, che lo portò ad essere conosciuto in tutto il mondo con il nome di Stan Lee, il padre del Marvel Universe.

Nonostante i continui litigi, dovuti alla pesante aria di precarietà in cui si trovavano costretti a vivere, causata dalla disoccupazione che in quel periodo dilagava imperversa in America, ben presto Jack e Celia si resero conto che per la crescita di Stanley una buona istruzione sarebbe stata la cosa più importante per il suo futuro.
Così, non appena il piccolo Stanley imparò a leggere, i suoi genitori decisero di iscriverlo alla scuola elementare. Qui, grazie anche all’importante influenza e alla figura piena di fantasia e allegria del suo insegnante, il signor Leon B. Ginsberg, si appassionò alla letteratura e al cinema e sviluppò un’intelligenza fuori dal comune.
Il giovane Stanley Lieber amava leggere le commedie di Shakespeare. Trascorrereva del tempo prezioso al cinema guardando le pellicole dei fratelli Marx, di Stanlio e Ollio, di Tarzan. E, soprattutto, adorava i film d’azione e di avventura con protagonista Errol Flynn, attore molto amato anche dalle fanciulle dell’epoca. Ma, purtroppo, specialmente nell’ambiente scolastico, non trovava nessuno con cui condividere le proprie passioni. I suoi compagni non facevano altro che deriderlo ed emarginarlo per la sua intelligenza. E così il cinema e la letteratura divennero in breve tempo il suo unico mezzo di evasione dalla realtà.
Ma tutto quanto cambiò quando cominciò a frequentare la DeWitt Clinton High School.
Una volta giunto al liceo infatti il timido ragazzino solitario si era trasformato in un giovanotto alto, attraente e molto socievole, tanto che la sua parlantina gli era valsa il soprannome di Gabby, ossia chiacchierone. Gli anni passati a leggere ogni sorta di romanzo o rivista gli avevano fatto sviluppare una grande passione per la scrittura. Difatti presto cominciò ad accarezzare il sogno di diventare uno scrittore.
Ironia della sorte, sebbene avesse letto opere fumettistiche come “Mutt and Jeff” di Bud Fisher e le “Famous Funnies”, considerato il primo vero albo moderno d’America, i fumetti non riuscirono mai a cogliere la sua attenzione e immaginazione quanto i film o i romanzi.

Così, una volta presa coscienza del suo desiderio di fare lo scrittore, decise di entrare nella redazione del Magpie. E una volta entrato nel giornale scolastico della DeWitt Clinton High School, gli venne affidato il compito di dirigere il reparto pubblicitario. Quelli al liceo furono anni felici per Stanley. Oltre a partecipare a numerosi concorsi letterari, grazie alla sua esuberanza e la voglia di mettersi in mostra, divenne una vera celebrità tra i banchi della Clinton. Difatti, narra la leggenda, che, approfittando di una scala lasciata incustodita da un operaio in un’aula scolastica, decorò il soffitto di un corridoio con la scritta “Stan Lee è Dio”. Quella fu la prima volta in cui utilizzò l’appellativo che lo avrebbe reso famoso in tutto il mondo.
Ma l’idillio del liceo purtroppo giunse al termine.
All’età di diciassette anni infatti, una volta conseguito il diploma, per sopperire alla grave situazione finanziaria in cui si trovava la famiglia Lieber, Stanley fu costretto ad abbandonare l’idea di frequentare l’università per entrare nello spietato mondo del lavoro.
Quello che successe in seguito è avvolto nel mistero.
Ancora adolescente, Stanley riuscì a farsi assumere da Martin Goodman, boss e fondatore della Timely Comics, una casa editrice che, prima di entrare nel fiorente settore dei fumetti pubblicava degli scadenti pulp magazine, giornaletti di bassa lega per un pubblico adulto. Alcuni sostengono che suo zio Robbie Solomon, fratello di Celia Lieber nonché cognato di Goodman, consapevole del fatto che il boss non avrebbe mai negato un lavoro a un membro della famiglia, giocò un ruolo chiave nell’assunzione di suo nipote.


Ad ogni modo, che sia per una raccomandazione o per pura fortuna, Stanley si guadagnò il posto di tuttofare nell’azienda di Goodman.
Il boss decise di affiancarlo a due tra gli autori più conosciuti dell’epoca: il disegnatore Jack Kirby e lo sceneggiatore Joe Simon. I due, grazie alla creazione di personaggi come Namor il Sub–Marine, la Torcia Umana e, soprattutto, Capitan America, avevano un riscosso un grande successo, al pari dei creatori di Superman Jerry Siegel e Joe Shuster, offrendo a Stanley l’opportunità di imparare come si scriveva e si produceva una storia fumettistica. Dopo un prolungato periodo di gavetta, in cui il ragazzo svolgeva i compiti del fattorino, Kirby e Simon decisero di dare fiducia al loro protetto. Chiesero quindi a Stanley di scrivere alcune brevi storie, con protagonista Capitan America, in modo che servissero come pagine di riempimento per le avventure di Steve Rogers.
Così, nel maggio del 1941, nel numero tre di “Capitan America Comics” venne pubblicato un trafiletto di tre pagine dal titolo “Capitan America svetta la vendetta del traditore”, la prima storia scritta da Stanley Lieber, che decise di firmarsi con lo pseudonimo di Stan Lee. Lo scopo era quello di conservare il suo vero nome per quando avrebbe intrapreso la carriera da scrittore.
Da quel momento la carriera da fumettista di Stan Lee, complice anche il grande successo degli albi pubblicati dalla Timely e la richiesta sempre più serrata di nuovi contenuti, subì una forte impennata.
Difatti Goodman incaricò il suo pupillo del difficile compito di creare un proprio personaggio. Così, facendo appello alla sua smisurata fantasia, Lee diede vita a due nuovi personaggi. Il primo fu Jack Frost, il re del freddo. Il secondo fu il Distruttore, pseudonimo di Kevin Marlow, un reporter a cui viene somministrato un siero che gli conferisce una forza sovrumana.

Dopo essersi fatto conoscere al pubblico grazie ai suoi primi lavori, Stan Lee divenne uno degli autori di punta della Timely. Cominciò a lavorare in pianta stabile fianco a fianco con Jack Kirby e Joe Simon, guadagnandosi in breve tempo sia il loro rispetto che la loro fiducia.
Difatti, all’inizio degli anni ’40, Stan Lee era l’unico a essere a conoscenza che il duo di autori più famoso del panorama fumettistico lavorava in segreto per la DC Comics, diretta concorrente della ditta di Martin Goodman. O almeno questo era ciò che Kirby e Simon pensavano. Invero, nonostante il riserbo e le precauzioni usate da Kirby e Simon, ben presto uno degli uomini di fiducia di Goodman, il cui nome rimane tuttora un mistero, informò il capo della collaborazione clandestina con la DC, per la quale Kirby e Simon scrivevano storie dedicate sia a Batman che a Superman. Venuto a sapere della tresca di Kirby e Simon, Goodman prese la tragica quanto inevitabile decisione di licenziarli. E affidò così la loro eredità al più giovane dei suoi dipendenti, l’unico che fosse in grado di portare avanti le gloriose avventure di Capitan America: Stan Lee.
Il fu Stanley Lieber, a soli diciannove anni, divenne quindi il redattore capo della Timely Comics, un impiego che svolse diligentemente per un anno, prima di arruolarsi nei Signal Corps, i corpi di comunicazione dell’esercito americano.

Il 7 dicembre del 1941 la Marina Imperiale Giapponese condusse un attacco aereo contro la base militare americana di stanza a Pearl Harbor, costringendo gli Stati Uniti a dichiarare lo stato di guerra. In seguito alle perdite subite, molti furono i civili che vennero arruolati nell’esercito e altrettanti furono i volontari che decisero di servire il proprio paese e arruolarsi. Stan Lee, firmò il proprio arruolamento il 9 novembre 1942, sette settimane prima di compiere vent’anni.
A seguito del suo reclutamento, dopo un breve periodo di permanenza al Fort Monmouth Film Production Laboratory, Stan Lee venne inviato al Philmographic Center ad Astoria, dove avrebbe lavorato ai testi dei video per l’addestramento e l’arruolamento e alle vignette per la propaganda militare, ed essendo di stanza negli Stati Uniti, al contrario di Jack Kirby che era stato spedito a combattere oltre oceano, aveva la possibilità di monitorare il lavoro di Vince Fago, l’ex disegnatore dei Fleische Studios di Max Fleischer, che aveva temporaneamente sostituito Stan come redattore capo alla Timely Comics.

Arrivato nella nuova base di Astoria, Lee fece la conoscenza di due singolari personaggi.
Difatti, il caso volle che, proprio accanto alla scrivania del fumettista si trovasse quella del futuro regista Premio Oscar Frank Capra e il disegnatore del New Yorker, nonché futuro creatore della Famiglia Addams, Charles Addams.

Insieme avevano il compito di riscrivere i manuali di addestramento, di istruzioni per il montaggio delle armi e per il controllo della contabilità, per facilitarne la comprensione. E per quanto i suoi compagni fossero creativi, fu di Stan l’idea di trasformare i manuali in fumetti. Inventò personaggi che, vignetta dopo vignetta, istruissero e guidassero i militari nell’uso e nel montaggio delle armi. Tale espediente ridusse il tempo di apprendimento del cinquanta per cento.
La creazione più famosa di Lee durante il periodo bellico fu un personaggio di nome Fiscal Freddy. Questi era un ragioniere che, grazie alle sue avventure, riuscì nel difficile compito di formare dei contabili militari perfettamente efficienti.

I video, i manifesti e i manuali ideati dal trio formato da Stan Lee, Frank Capra e Charles Addams servirono ad istruire migliaia di militari. Vennero inviati persino alle truppe impegnate in Europa tanto erano necessari alla formazione e all’addestramento dei cadetti.
Nel settembre del 1945 il sergente Lee firmò il documento di congedo dalla milizia degli Stati Uniti. Così, a bordo della sua nuova Buick nera decapottabile, acquistata con i bonus gentilmente concessi dall’esercito, fece ritorno alla Timely Comics. In seguito avrebbe creato i Fantastici 4, Iron Man, Hulk e altri personaggi che rivoluzionarono il panorama fumettistico.
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Cresciuto a pane e cinema, scrive i suoi articoli scegliendo parole a caso lanciando una moneta. Il suo più grande sogno è quello di gustarsi un hamburger al Big Kahuna Burger, farsi tagliare la barba da Sweeney Todd per poi godersi un tranquillo soggiorno all’Overlook Hotel. Gli piace fare a pugni, sfondare le vetrate, mangiare lampadine e sfidare i pescecani, e adora andare a spasso con Daisy guidando il taxi di Travis Bickle e concludere la giornata dicendo “sono un tantino stanco, credo che tornerò a casa”.