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Uscita nel 2011, la miniserie “Mildred Pierce”, con protagonista Kate Winslet, è uno dei prodotti di maggior successo dell’ultimo decennio.

Mildred Pierce: una donna in carriera nell'America della Grande Depressione
Kate Winslet nei panni di Mildred Pierce

I romanzi polizieschi sono sempre stati molto apprezzati dagli appassionati di letteratura. Tant’è che nei primi decenni del ‘900 cominciarono a svilupparsi dei sottogeneri, come il giallo classico, l’hard boiled e il noir (o narrativa nera). Quest’ultimo riscosse un particolare successo a partire dagli anni20 e, nel corso dei decenni successivi, ha subito numerose evoluzioni, grazie anche ad autori come Raymond Chandler, Dashiell Hammett e James Ellroy. La maggior parte delle volte, si pensa erroneamente che un noir per essere ritenuto tale debba avere al centro della trama un detective, preferibilmente un privato. Ma la realtà è che il vero protagonista del genere non è l’investigatore, bensì la vittima o il sospettato (ingiustamente la maggior parte delle volte) di un crimine; oppure un individuo che si trova costretto ad affrontare un sistema legale o politico che sistematicamente remano contro gli interessi del suddetto.

Per tali motivi “Mildred Pierce” è una delle opere più rappresentative del genere noir.

Scritto da James M. Cain, considerato uno dei maestri della narrativa nera, vede come protagonista la donna che dà il titolo al romanzo, Mildred Pierce. Questa, dopo essersi separata dal marito, Bert, si troverà costretta a crescere da sola due figlie e, per la prima volta in vita sua, a cercare un lavoro.

Mildred Pierce: una donna in carriera nell'America della Grande Depressione
Mildred Pierce (Kate Winslet) con le figlie Vede e Ray

Apparentemente potrebbe sembrare una storia drammatica, e senza dubbio a tratti lo è, ma gli elementi del noir ci sono tutti. Difatti, Mildred dovrà fare i conti con una società, quella dell’America della Grande Depressione, che non offre molte occasioni di lavoro ad una donna, se non quella della badante o della cameriera. Ma non solo. Come ogni noir che si rispetti, la protagonista avrà il suo bel da fare nel fronteggiare il suo persecutore, il criminale che tenta di distruggerla: sua figlia Veda, che nella presentazione del libro della collana degli Adelphi viene definita coma “la creatura forse più demoniaca di tutta la narrativa nera”; mai nessuna parola fu più adatta per descrivere un personaggio.

Veda è il diavolo. Arrogante di natura, viziata e subdola. Per citare le parole del Maestro Treviso (uno dei personaggi del libro) “è una serpe, è perfida, è coloratura. E a me non piace il morso dei serpenti”. Costantemente in conflitto con sua madre che, contro ogni buon senso, la adora incondizionatamente. Veda è un personaggio negativo sotto ogni punto di vista. Un perfetto antagonista che non ha cuore niente e nessuno se non i suoi interessi. Il suo unico pregio sarà quello, anche se involontariamente, di spronare la madre ad aspirare a qualcosa di più di un lavoro da cameriera. Per questo motivo Mildred intraprenderà la strada della donna in carriera.

Nel bene o nel male, Mildred prenderà ogni decisione per accontentare e per cogliere l’attenzione di sua figlia.
Mildred Pierce: una donna in carriera nell'America della Grande Depressione
Mildred e Monty (Guy Pearce)

Nonostante sappia esattamente quello che vuole e lotti con tutte le sue forze per ottenerlo, questa sua propensione nel piegarsi al volere degli altri sarà la rovina della signora Pierce. Mildred infatti, nel corso della storia di Cain, si farà abbindolare fin troppo facilmente da coloro che le stanno intorno. In particolare da Veda e da Monty Beragon, un ricco e privilegiato borghese che, in qualche modo, sconvolgerà la vita della protagonista.

L’opera di Cain ebbe un tale successo che colse l’attenzione del regista Michael Curtiz e della Warner Bros. Tanto che nel 1945 produsse un film ispirato al libro, dal titolo “Il romanzo di Mildred”.

La pellicola, che vedeva come protagonista Joan Crawford nei panni di Mildred Pierce, è un noir a tutti gli effetti. Curtiz si prese molte libertà rispetto alla storia originale, soprattutto per non subire i tagli della censura dettati dal Codice Hays. Difatti, in una lettera datata 2 febbraio 1944, Joseph Breen (che all’epoca era a capo della MPAA) scrisse “…la storia contiene così tanti elementi sordidi e repellenti che riteniamo che il film finito non sarebbe solo altamente discutibile dal punto di vista del Codice, ma incontrerebbe, allo stesso modo, molte difficoltà nella sua pubblicazione”. Gli sceneggiatori si videro costretti a togliere tutti i riferimenti alla relazione extraconiugale tra Mildred e Monty, e a rendere il personaggio di Veda meno demoniaco.

Mildred Pierce: una donna in carriera nell'America della Grande Depressione
Joan Crawford e Ann Blyth ne “Il romanzo di Mildred”
Ben altra storia è la miniserie televisiva (presente nel catalogo di SKY) “Mildred Pierce” del 2011, diretta da Todd Haynes, che ripercorre in maniera fedele il romanzo di Cain.

Girata interamente dal punto di vista di Mildred, interpretata da Kate Winslet, la serie ha il grande pregio di mettere in evidenza ogni aspetto del carattere (o non carattere) di Mildred, focalizzandosi su ogni grande sofferenza che la donna sarà costretta a dover affrontare: la separazione dal suo amato Bert; i sacrifici per il benessere delle figlie Veda e Ray (Kay nella versione cinematografica); un lutto inaspettato; e la fastidiosa e incomprensibile devozione nei confronti di una figlia che, invece, non fa altro che disprezzarla.

Mildred, difatti è una donna indipendente, sicura delle proprie capacità manageriali, ma incapace di aprire gli occhi di fronte alle beffe della giovane e fin troppo superba Veda.

Kate Winslet pertanto riesce, anche grazie alla regia di Haynes, a delineare in maniera perfetta le fragilità di Mildred e a ritrarre l’immagine della donna indipendente, ma allo stesso tempo dipendente, vissuta nei primi anni del ‘900.

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Mildred Pierce: una donna in carriera nell'America della Grande Depressione

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