“King Richard” è il nuovo film con protagonista Will Smith. La storia della nascita del mito delle sorelle Williams, le più grandi stelle del tennis di tutti i tempi. Il tutto raccontato attraverso gli occhi di colui che le ha cresciute.

Ogni sport ha le proprie leggende, atleti le cui gesta sono state fonte di ispirazione per le future generazioni di sportivi. E non stiamo parlando di personaggi fittizi come Holly e Benji, Mila e Shiro o l’Uomo Tigre, ma di veri e propri campioni capaci di battere ogni record e di portare grandi innovazioni nel modo di affrontare ogni sfida.
Nel calcio, per esempio, ci sono stati campioni del calibro di Pelé, Diego Armando Maradona, Marco Van Basten (e potrei continuare all’infinito); nel basket, tra i più grandi di sempre, potrei citare Michael Jordan, Kareem Abdul–Jabbar e il compianto Kobe Bryant; così come tutti ricordano il grande pugile Muhammad Alì o il lanciatore dei Red Sox e degli Yankees, “Babe” Ruth.
Ma se parliamo di tennis femminile, i primi due nomi che saltano alla mente di ogni appassionato sono quelli di Venus e Serena Williams, due sorelle in grado di stracciare ogni record e di ispirare milioni di ragazzine in tutto il mondo.

Difatti, se Serena (la minore delle sorelle Williams), a distanza di venticinque anni dal suo primo incontro professionistico è tuttora considerata come la più grande tennista di tutti i tempi, Venus è stata la prima atleta afroamericana a vincere il prestigioso torneo di Wimbledon.
Il talento e la determinazione delle sorelle Williams è fuori discussione, tuttavia pare che la loro carriera sia stata influenzata da loro padre, King Richard Williams, protagonista del film distribuito dalla Warner Bros, “King Richard”.
“King Richard” è una storia estremamente umana.

L’inizio della carriera di due tra le più grandi sportive di tutti i tempi raccontata attraverso gli occhi di un uomo, un padre che, dopo essere cresciuto nella Louisiana controllata dal Klan e aver subito soprusi di ogni genere, ha giurato a sé stesso che nessuna delle sue figlie avrebbe mai subito le sue stesse umiliazioni. “Il mondo non ha mai avuto rispetto per Richard Williams, ma rispetterà voi”. Ed è proprio per questo che King Richard preparerà un piano che porterà ognuna delle sue figlie a compiere grandi gesta.
Will Smith porta sul grande schermo uno dei personaggi più controversi del panorama sportivo. Un padre che ha educato le sue figlie con tanto rigore e disciplina, senza mai negare loro quell’affetto paterno, allo scopo di tenerle lontane dalla strada e dalla delinquenza. Ed è proprio la grande umanità messa in scena da Will Smith, il più grande pregio della sua interpretazione. E, in quanto essere umano, King Richard risulta essere tanto fallibile quanto arrogante; tanto sicuro di sé quanto impaurito che il successo possa schiacciare e quindi distruggere Venus e Serena.
Viene quindi da chiedersi se “King Richard” avrebbe avuto la stessa dose di successo senza Will Smith. E probabilmente la risposta è si.

Il fatto che la pellicola di Reinaldo Marcus Green riesca a trasmettere delle forti emozioni è fuori discussione. Pur conoscendo le dinamiche che hanno portato Venus e Serena Williams nell’Olimpo dello sport, “King Richard” riesce a infondere un grande senso di abbandono alla pellicola portando lo spettatore a domandarsi se veramente il piano organizzato da Richard Williams per le sue figlie si compirà veramente o se rimarrà incompleto. Inoltre, elemento non trascurabile, è la dinamica familiare ciò che riesce maggiormente a destare l’attenzione del pubblico. Nonostante si tratti di un film sullo sport, e i match disputati da Venus e Serena siano assolutamente molto emozionanti, è la coralità della famiglia Williams il centro nevralgico della trama, merito di un sceneggiatura ben scritta e, soprattutto, delle ottime interpretazioni di Aunjanue Ellis (che interpreta la moglie di Richard, Oracene) e di Saniyya Sidney e Demi Singleton (rispettivamente Venus e Serena Williams).
Per questo “King Richard” non è strettamente la storia di un uomo e della sua determinazione, ma di una famiglia capace di sfidare i pregiudizi di una società, quella americana, e di uno sport, il tennis, che fino ad allora denigrava gli afroamericani privilegiando, invece, i bianchi.

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Cresciuto a pane e cinema, scrive i suoi articoli scegliendo parole a caso lanciando una moneta. Il suo più grande sogno è quello di gustarsi un hamburger al Big Kahuna Burger, farsi tagliare la barba da Sweeney Todd per poi godersi un tranquillo soggiorno all’Overlook Hotel. Gli piace fare a pugni, sfondare le vetrate, mangiare lampadine e sfidare i pescecani, e adora andare a spasso con Daisy guidando il taxi di Travis Bickle e concludere la giornata dicendo “sono un tantino stanco, credo che tornerò a casa”.