«Emma Woodhouse, bella, intelligente e ricca, con una casa confortevole e un carattere allegro, sembrava riunire in sé il meglio che la vita può offrire, e aveva quasi raggiunto i ventun anni senza subire alcun dolore o grave dispiacere».
Così Jane Austen presenta la protagonista di uno dei suoi romanzi più conosciuti e apprezzati, “Emma”. Pubblicato nel 1815 e dedicato a uno dei suoi più grandi ammiratori, il Principe Reggente, questo romanzo mescola il genere della commedia rosa al dramma, allontanandosi nettamente dalle caratteristiche presenti negli altri suoi libri, a partire dalla protagonista.
Prima di iniziare a scrivere il libro, la Austen scriveva nei suoi scambi epistolari: «Sto per descrivere un’eroina che non potrà piacere a nessuno, fuorché a me stessa». Infatti, a differenza delle altre sue protagoniste, qui Emma è di bell’aspetto, intelligente e ricca, ma anche viziata, spregiudicata, vanitosa, logorroica, priva di buon senso e di equilibrio e guarda tutto da un solo punto di vista: il suo.
Eppure noi lettori non possiamo far altro che amarla. Emma è capace di mettersi in discussione, è in grado di ammettere i propri errori e di cambiare. Malgrado i difetti che la caratterizzano e gli errori che le vengono attribuiti il personaggio è costruito in modo da risultare simpatico. Siamo dalla sua parte in maniera del tutto irragionevole, e questo grazie alle abili strategie narrative della famosa scrittrice, il cui registro ironico è lo strumento per compiere una parodia della morale dell’epoca.

Emma, una storia di equivoci
Emma è una giovane donna dell’Inghilterra della Reggenza che ha un unico obiettivo: quello di progettare matrimoni per gli altri. Il romanzo si apre proprio con le nozze della governante e amica, la signorina Taylor, ed Emma ritiene di avere il merito della sua unione con Mr. Weston.
Nonostante il deciso parere contrario del suo vicino Mr. Knightley, Emma tenta così di combinare le nozze fra la sua nuova amica, Harriet Smith con Mr. Elton, il vicario del villaggio. Quando Mr. Elton si rivela un arrampicatore sociale, Harriet diventa triste e sconsolata.
Ma i giorni passano e nuovi personaggi si intrecciano nella vicenda. Arriva Jane Fairfax, bella e riservata nipote di Miss Bates, con un grande talento musicale, che subito ispira invidia in Emma, che, allo stesso tempo, inizia a fantasticare su un nuovo ospite, Frank Churchill, di cui crede di essersi innamorata. Quando, però, Mr. Knightley, durante la gita a Box Hill, rimprovera Emma per un insulto sconveniente a Miss Bates, Emma inizia a rendersi conto di alcuni suoi errori commessi e cerca di porre rimedio a quanto fatto.
Tutto cambia nel momento in cui Harriet le confida di essere innamorata di Mr. Knightley e pensa di essere ricambiata. La gelosia apre finalmente gli occhi a Emma e le fa rendere conto di essere sempre stata innamorata di Mr. Knightley. E presto rivelerà anche lui i suoi sentimenti alla ragazza: così anche la sola donna ideata dalla Austen che non aveva bisogno di sposarsi cede al sogno romantico delle nozze con il proprio amato.
Emma, un genere e una eroina non convenzionali

Il romanzo “Emma” non ha solo un’eroina d’avanguardia ma anche un genere non scontato. Seppure a prima vista sembra riprendere il “Quixotic Novel”, in cui il personaggio principale, una giovane donna, ha una visione di ciò che la circonda che non corrisponde in pieno alla realtà e viene solitamente redenta dall’eroe maschile, le pagine di questo romanzo nascondono molto di più. Vi si intreccia anche la cosiddetta “commedia degli equivoci”. Il testo, infatti, è incentrato sul fraintendimento, che porta ogni personaggio a equivocare e a commettere errori di valutazione. Perciò, se all’inizio il lettore potrebbe pensare che il romanzo sia focalizzato sull’apprendistato della protagonista, si dovrà ricredere.
L’autrice ha creato un libro in cui la realtà, nella sua interezza, è illogica e contraddittoria. Secondo le regole del genere, Emma dovrebbe considerarsi un’antieroina, ma la Austen fa sì che la protagonista sia dotata di qualità che annullano i suoi difetti.
Emma ci piace proprio perché non è perfetta, come dichiara lo stesso Mr. Knightley: «perfetta pur con tutti i suoi difetti».
Tutto ruota intorno alla protagonista, come suggerisce anche il titolo dell’opera. Emma si staglia solitaria nel campo visivo ed emotivo. Proprio la solitudine è una delle caratteristiche dell’eroina: senza madre, con un’unica sorella lontana, privata della compagnia della signorina Taylor. Da qui trae origine il tema su cui ruota la vicenda, il matrimonio. Emma è il primo personaggio della Austen a non avere problemi economici, e, per questo, non ha nessuna intenzione di pensare al matrimonio. Infatti, durante il periodo della scrittrice, le regole sociali impedivano alle donne di ereditare o possedere terre. Ma nel caso di Emma è diverso. Il suo rifiuto di sposarsi è dettato dal non voler perdere la posizione sociale e l’indipendenza di cui gode nella casa paterna.
Ma ciò non cambia la sua determinazione nel combinarli, come una protesta nei confronti della vita noiosa che conduce. Emma non comprende infatti il reale amore fra Harriet e Mr. Martin, intendendo il matrimonio solo in termini economici o di posizione sociale. Solo quando Harriet le confiderà la sua infatuazione per Mr. Knightley, Emma scoprirà quali sono i reali sentimenti che prova. Alla fine del romanzo Emma si sposa, legandosi a un uomo molto più grande di lei, di cui apprezza l’amore e riconosce la superiorità del suo stesso status sociale rispetto a tutti gli altri uomini.

Un nuovo e moderno modello femminile
In tutti i suoi romanzi Jane Austen cerca di delineare un nuovo modello femminile che ricerca una propria autoaffermazione a dispetto del solo desiderio di sposarsi.
Già in “Ragione e sentimento” vengono messi a confronto i due personaggi principali, le due sorelle. Una rappresenta la visione moderna di donna ed è quindi estremamente razionale, pratica e capace di controllare i propri sentimenti. Invece l’altra è una figura più classica e ha un’indole più romantica.
La visione della Austen prende ulteriore forma in “Orgoglio e pregiudizio”, dove la protagonista si mostra da subito restia a rinunciare alla propria indipendenza per l’amore.
Infine con “Emma” la scrittrice fa ancora un passo avanti. Qui la protagonista è descritta come «bella, brillante e ricca», ma anche senza freni: «l’amabilità del suo carattere le aveva difficilmente permesso di imporle qualsiasi freno». Quindi si sottolinea come manifestare eccessiva sfrontatezza e sicurezza di sé siano, in realtà, qualità che bisogna dosare. Per questo la Austen alterna scene in cui la descrizione di Emma trova un riscontro positivo e di empatia con il lettore, a scene in cui le azioni e i pensieri della protagonista appaiono irritanti e infantili. Così si rende evidente il cambiamento e l’evoluzione del personaggio durante la storia.
Emma al cinema con Autumn de Wilde

Data la contemporaneità dei temi che Jane Austen porta avanti è naturale che continuino a susseguirsi adattamenti cinematografici delle sue opere. C’è un qualcosa nei suoi libri che si fissa nella memoria, senza mai perdere d’intensità. La maestria della scrittrice inglese sta proprio nel descrivere un tempo e una società lontani come se fossero vividi ancora oggi.
È del 2020 l’ultima versione di “Emma”, ad opera di Autumn de Wilde. Il film si caratterizza per la stravaganza, i colori vibranti, una buffa colonna sonora e una sicurezza che rispecchia la personalità della protagonista. L’Età della Reggenza, durante la quale sono ambientate le vicende, è rappresentata con scenografie sontuose, in aperto contrasto con il decoro rigoroso di quegli anni.
Inoltre le scene del film offrono spesso uno sguardo intimo sulla banalità dei giorni della nobiltà terriera.
Uno dei maggiori cambiamenti del film consiste nella caratterizzazione di Mr. Knightley, più legata ai valori del lavoro che alla comodità dell’aristocrazia. Inoltre si mostra spesso vulnerabile e sopraffatto dalla sua passione per Emma, delineando un modello più contemporaneo di mascolinità. Anche Emma, con il pretesto della fuoriuscita di sangue dal naso al momento della dichiarazione, viene umanizzata, rendendo chiara la natura imperfetta e disordinata dell’amore.
È un film che porta sullo schermo la vibrante comicità della Austen. La sua Emma non è mai stupida, così come il film non smette mai di prenderla sul serio. Si passa da una tagliente commedia sociale a una ricostruzione storica impenitente. Inoltre è un lungometraggio votato all’estetica e al virtuosismo visivo. Ogni immagine è costruita alla perfezione. Agli attimi di stasi seguono momenti in cui la composizione dell’immagine dà vita a movimenti coreografati. Infatti, in una delle scene iniziali di “Emma”, i personaggi “danzano” davanti alla macchina da presa, in una pura coreografia visiva. Ciò evidenzia l’impostazione teatrale dell’intera opera, meccanismo che de Wilde prende in prestito da Joe Wright, regista del più noto adattamento di “Orgoglio e pregiudizio”.
Confronto con l’adattamento cinematografico del 1996

Un altro adattamento celebre dell’opera “Emma” è quello del 1996, che ha ottenuto il premio Oscar per la migliore colonna sonora.
Il film inizia dando maggior spazio al momento del matrimonio di Miss Taylor, l’incidente scatenante dell’intera vicenda. Inoltre si differenzia dal romanzo originale perché il tipico umorismo della Austen è poco presente.
Il personaggio interpretato da Gwyneth Paltrow è una ragazza semplice, per la quale si prova subito empatia. Ciò la contraddistingue rispetto alla protagonista del recente film, Anya Taylor-Joy, i cui movimenti freddi mostrano la sua superiorità, suscitando inizialmente irritazione e avversione.
Inoltre, nella prima versione, il nostro sguardo è collegato a quello della protagonista. Mentre, in quella recente, l’empatia è rivolta alla sua controparte maschile, Mr. Knightley, fin da subito descritto come diverso dagli altri. Se nella versione del 1996, egli è introdotto dopo la cena tra Emma e il padre, in quest’ultimo film sin dall’inizio si introduce il personaggio e tutto ci viene mostrato con gli occhi di Mr. Knightley: dall’eccesso di pomposità della società, alla bellezza di Emma nei momenti in cui mostra la sua vera natura e la sua grazia. Poi alla fine, un primo piano di Emma, coperto da un velo bianco, con gli occhi chiusi e un sorriso pacifico, ci permette di ritrovarci nella protagonista.
L’edizione è stata pubblicata dall’etichetta Bur della casa editrice Rizzoli.
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Aspirante giornalista, ha conseguito la laurea triennale in “Comunicazione, tecnologie e culture digitali” e quella magistrale in “Editoria e Scrittura”, entrambe presso l’Università di Roma La Sapienza. Tutto il suo percorso di studi è stato finalizzato ad ottenere una preparazione più completa e variegata possibile per una carriera nel settore dell’editoria e del giornalismo.
Il cinema e la letteratura non sono solo le sue più grandi passioni, ma riempiono ogni piccolo momento della sua vita, tanto da non riuscire a non scriverne.