“Downtown”, cantata negli anni ’60 da Petula Clark e reinterpretata da Anya Taylor-Joy colonna sonora di “Last Night in Soho”
Nel 2015, il regista britannico Edgar Wright incontrò un’attrice, appena diciannovenne, di cui aveva potuto ammirare le doti recitative nella pellicola horror “The Witch”. Giovane ma molto talentuosa, Anya Taylor-Joy aveva catturato l’attenzione del regista, così tanto che decise di raccontarle l’idea per un film che da tempo gli saltellava nella mente.

Sebbene non avesse ancora né un soggetto né (tanto meno) una sceneggiatura, Wright raccontò alla futura Regina degli scacchi la storia di una giovane studentessa che, trasferitasi dalle fresche e rilassanti campagne della Cornovaglia al caos dirompente di Londra per perseguire i suoi sogni, avrebbe cominciato ad avere alcune visioni del passato che l’avrebbero connessa ad una avvenente fanciulla vissuta nella Londra degli anni ’60.
La storia, ovviamente, non era ancora ben definita nella mente di Wright, né tanto meno esisteva l’ombra di una bozza.
Ma anni dopo, quando “Last night in Soho” ebbe una struttura ben definita, Wright, che anni prima aveva pensato per lei al ruolo di Eloise (andato poi a Thomasin McKenzie), contattò Anya per proporle, invece, il ruolo di Sandie. Colpito dal magnetismo di Anya Taylor-Joy, tale da attrarre su di sé l’attenzione, Wright decise quindi di sfruttare il volto senza tempo della giovane attrice per dar vita ad una donna consapevole delle sue potenzialità, bramosa di fama, sognatrice e, estremamente affascinante.
Da sempre appassionato di musica, Wright nutriva il desiderio di dirigere una pellicola che omaggiasse non solo il quartiere di Soho (a Londra), un punto di riferimento per il cinema dell’epoca, ma anche alcune di quelle canzoni che tanto avevano influenzato e contraddistinto gli anni ’60. In particolare Wright, mosso dal desiderio di raccontare una storia dal punto di vista femminile (non a caso il film è co-sceneggiato con Krysty Wilson-Cairns), era intenzionato più che mai ad inserire, attraverso la musica, un mix energico ma con un pizzico di malinconia, omaggio ai tempi che furono. Così, voci come Dusty Springfield, Cilla Black, e Sandie Shaw, furono inserite non solo nel film, ma anche nella colonna sonora ufficiale di “Last Night in Soho”.

Tuttavia, anche se la colonna sonora era ben definita e la trama ormai aveva preso forma, era necessario approfondire il personaggio di Sandie.
Nonostante le sue intenzioni di diventare una cantante fossero chiare fin da subito, la sceneggiatura iniziale non prevedeva alcuna scena in cui la giovane mostrasse il suo talento. Così Krysty Wilson-Cairns e Edgar Wright, consapevole che Anya Taylor-Joy possedesse una bella voce anche se non l’aveva mai sentita cantare, decisero di aggiungere una scena in cui Sandie si sarebbe esibita di fronte al proprietario di un importante club di Londra.
Ma quale canzone scegliere??
Dando una rapida occhiata ai brani che aveva selezionato per la colonna sonora, Wright, d’istinto, optò per “Downtown”, in origine cantata da Petula Clark. Anya Taylor-Joy diede quindi prova del suo sorprendente talento canoro eseguendo ben due differenti versioni della canzone: una molto simile alla versione originale, più ritmica e briosa; l’altra, invece, eseguita a cappella, e che in seguito inserirono nel film. La voce Anya Taylor-Joy, calda e sensuale, fu una bellissima scoperta, tanto che la produzione decise di produrre un video musicale, con l’ausilio di alcune scene di “Last Night in Soho”, allo scopo di promuovere il film.
Scritta da Tony Hatch e pubblicata nel novembre del 1964, “Downtown” nacque come una dedica dell’autore, rivolta alla città di New York. In breve tempo riscosse un successo planetario, tanto da aggiudicarsi un disco d’oro britannico e un Grammy Award come Best Rock and Roll song, diventando la prima canzone in assoluto cantata da un’interprete inglese ad entrare nella Billboard Hot 100, la classifica musicale più importante al mondo.
Ma quella che nel 1964 veniva presentata come una canzone gioiosa, colma di speranza, nella versione eseguita da Anya Taylor-Joy il significato sembra cambiare completamente man mano lo scorrere del videoclip.
Quella che era una dedica ad una città eterna, straripante di occasioni, costellata di luci e piena di vita, come New York, si trasforma in una malinconica parabola che parla del declino di una giovane e avvenente sognatrice. Attraverso le immagini del film, il video di “Downtown” riesce a evidenziare tutto l’avvilimento che accompagna la triste vicenda di Sandie: prima giovane donna piena di sogni avvolta nello splendore di un mondo pieno di possibilità; poi illusa da quello stesso mondo che, invece, l’ha trascinata fino all’abisso.
The light’s so much brighter there
You can forget all your troubles, forget all your cares
So go downtown
Things will be great when you’re
Downtown
No finer place for sure
Downtown
Everything’s waiting for you (downtown, downtown)

Don’t hang around and let your problems surround you
There are movie shows
Downtown
Maybe you know some little places to go to
Where they never close

Downtown
Just listen to the rhythm of a gentle bossa nova
You’ll be dancing with ‘em too before the night is over
Happy again
The light’s so much brighter there
You can forget all your troubles, forget all your cares
Ed è proprio da “Downtown”, cantata a cappella e sotto l’aurea di una luce soffusa, di fronte al proprietario del club Rialto che avrà inizio il declino di Sandie.
La giovane vivrà l’infrangersi del sogno che aveva avuto inizio quella sera al Café de Paris, il club più alla moda di Soho, dove tra le braccia di Jack (Matt Smith), un uomo così affascinante in cui sperava di aver trovato quella persona che, per citare la canzone stessa, avrebbe potuto aiutarla e capirla, invece, la condurrà inevitabilmente ad una vita senza desideri, senza prospettive e, soprattutto, alla perdita della propria anima. Sarà quindi Eloise, attraverso lo spazio e il tempo che comprenderà e prenderà a cuore la fragile esistenza di Sandie e la condurrà verso la salvezza.
And you may find somebody kind to help and understand you
Someone who is just like you and needs a gentle hand
To guide them along
So maybe I’ll see you there
We can forget all our troubles, forget all our cares
So go downtown
Things will be great when you’re
Downtown
Don’t wait a minute more
Downtown
Everything’s waiting for you (downtown, downtown)
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