Se si pensa a “West Side Story” uno dei primi brani che ci vengono in mente è, senza dubbio, “America”. Invero, ne esistono due varianti: quella della versione teatrale e quella della versione cinematografica.
Era il 1957 quando a Broadway uscì “West Side Story”, uno spettacolo che ancora oggi, a quasi 65 anni di distanza dalla Prima teatrale (26 settembre 1957), è capace di riscuotere un grandissimo successo in tutto il mondo.

La trama è una storia ormai nota, grazie anche all’adattamento cinematografico del 1961.
Nel mezzo di una guerra tra bande (i Jets e i portoricani Sharks), Tony, ex leader dei Jets, e Maria, sorella minore del capo degli Sharks, si innamorano perdutamente, alimentando quindi l’astio tra le due gang.

La storia di “West Side Story” era stata concepita ben undici anni prima del suo debutto a Broadway e, fatto molto curioso, la stesura presentava notevoli differenze con l’opera che tutti noi conosciamo.
Nel 1949 infatti, lo sceneggiatore Arthur Laurents, i due compositori Stephen Sondheim e Leonard Bernstein, e il coreografo Jerome Robbins (che poi diresse il film assieme a Robert Wise), ispirandosi alla tragedia shakespeariana “Romeo e Giulietta” idearono una storia ambientata nel Lower East Side di Manhattan, i cui protagonisti avrebbero dovuto essere un giovane cattolico di origine italiana e una ragazza ebrea.
Tuttavia, nella prima metà degli anni ’50 in America ci fu un incremento di immigrati provenienti da Porto Rico, che a New York si stabilirono principalmente nel West Side. Così, a due anni dal debutto a Broadway, gli autori decisero di riscrivere la storia rendendola più attuale per l’epoca.
Di conseguenza l’ambientazione si spostò dalla zona est alla zona ovest di Manhattan e Tony e Maria si trovarono coinvolti in una faida tra bande divise dalla diversa etnia (americani e portoricani) piuttosto che dal credo religioso.
Un cambio di registro che si rivelò di fondamentale importanza poiché, ponendo al centro della vicenda la questione dell’immigrazione, gli autori furono costretti a riscrivere gran parte delle musiche e delle canzoni, e senza una tale variazione di trama probabilmente un gioiello di testo e coreografia come “America” non sarebbe mai stato scritto.
Bernstein concepì il testo di “America” come un frizzante botta e risposta tra il leader degli Sharks, Bernardo, e la sua fidanzata, Anita ma, nonostante gli autori trovassero molto gradevole la canzone, pretesero che il compositore eliminasse la parte cantata e ballata dai ragazzi portoricani e trasformasse la coreografia in un confronto tutto al femminile.
Così Bernstein, assecondando la richiesta dei sui colleghi, modificò il testo della canzone rendendolo un confronto tra Anita, una sua connazionale, Rosalia, e ogni donna di Portorico. Attraverso le parole di “America” destinate al palcoscenico, la compagna di Bernardo critica aspramente la propria terra di origine, enfatizzando, invece, la vita in America.
ROSALIA
Puerto Rico,
You lovely island . . .
Island of tropical breezes.
Always the pineapples growing,
Always the coffee blossoms blowing
ANITA
Puerto Rico . . .
You ugly island . . .
Island of tropic diseases.
Always the hurricanes blowing,
Always the population growing . . .
And the money owing, and the babies crying, and the bullets flying.
I like the island Manhattan.
Smoke on your pipe and put that in!
Tutto il testo teatrale è un botta e risposta tra Anita e Rosalia.
Difatti, se quest’ultima elogia la sua terra natia, sognando un giorno di far ritorno a San Juan, Anita non fa altro che sottolineare quanto, dal suo punto di vista, Porto Rico sia una patria povera e priva di un domani.
Fortunatamente, Bernstein ebbe il buon senso di conservare la versione originale di “America”, il cui testo non solo non recava alcuna offesa né a Porto Rico né a Manhattan, ma prevedeva un ironico botta e risposta tra Bernardo, Anita e che coinvolgesse sia i membri degli Sharks sia le amiche della giovane latina. Difatti, per quanto il leader degli Sharks, costretto a subire ogni giorno ingiurie a causa del colore della sua pelle, si fosse pentito di aver abbandonato San Juan e, come Rosalia nella versione teatrale, sognasse un trionfante ritorno in patria, Anita si limita a controbattere narrando tutti i pregi di New York e le motivazioni che la porteranno a non mettere più piede a Porto Rico.
ANITA CON LE RAGAZZE (CORO)
I like to be in America,
O.K. by me in America,
Everything free in America
BERNARDO
For a small fee in America.
ANITA
Buying on credit is so nice.
BERNARDO
One look at us and they charge twice.
ROSALIA
I’ll have my own washing machine.
JUANO
What will you have, though, to keep clean?
ANITA
Skyscrapers bloom in America.
ANOTHER GIRL
Cadillacs zoom in America.
ANOTHER GIRL
Industry boom in America.
BERNARDO E I RAGAZZI (CORO)
Twelve in a room in America.
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Siamo AlexMadoka (Alessia) e il Signor Nessuno (Andrea), fondatori di Elementocreativo.it, due ragazzi convinti che la creatività sia il bene supremo della vita. Nostalgici per natura, apparteniamo ai favolosi anni ’80, epoca di grandi film e successi musicali. Viviamo di cinema, musica e letteratura, in pratica ci nutriamo di tutto quello che si può considerare arte e mistero… sognando un giorno di poter approdare sull’Isola che non c’è in groppa a Falcor il Fortunadrago.